CATECHESI AND FOOD. 
Non c’è cibo che contamini il cuore dell'uomo!

di
Marcella La Guardia

"Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e intendete bene: non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono dall'uomo a contaminarlo». Quando entrò in una casa lontano dalla folla, i discepoli lo interrogarono sul significato di quella parabola. E disse loro: «Siete anche voi così privi di intelletto? Non capite che tutto ciò che entra nell'uomo dal di fuori non può contaminarlo, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va a finire nella fogna?». Dichiarava così mondi tutti gli alimenti.
Quindi soggiunse: «Ciò che esce dall'uomo, questo sì contamina l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l’uomo»" 
(Mc 7,14-23).


Gesù inverte il percorso della contaminazione: l'uomo si contamina non per ciò che proviene dal di fuori ma per ciò che proviene dalla sua interiorità, dal di dentro!

Non è difficile comprendere la portata di una simile affermazione per un ebreo praticante! Significa ribaltare quell'ortoprassi che è segno e vincolo di appartenenza alla comunità ebraica e che lo distingue nettamente dagli altri popoli.

Rispettare le regole alimentari è ciò che fa del popolo d'Israele il popolo separato, cioè santo, com'è santo Dio. (Post 30.10.2018)

Questa difficoltà è stata vissuta in primis dai discepoli di Gesù ed in modo particolare dagli apostoli agli albori della Chiesa. Il Vangelo esigeva di essere conosciuto fino ai confini della terra e ciò comportava il contatto e il legame con i pagani e la loro cultura.

Occorreva sconfinare, superare il muro delle prescrizioni ed usanze ebraiche per portare la salvezza di Cristo a tutti! Emblematica è la conversione del primo pagano, Cornelio, centurione della coorte Italica a Cesarea Marittima, preceduta da questa visione di Pietro:

"Il giorno dopo, mentre quelli erano in cammino e si avvicinavano alla città, Pietro, verso mezzogiorno, salì sulla terrazza a pregare. Gli venne fame e voleva prendere cibo. Mentre glielo preparavano, fu rapito in estasi: vide il cielo aperto e un oggetto che scendeva, simile a una grande tovaglia, calata a terra per i quattro capi. In essa c’era ogni sorta di quadrupedi, rettili della terra e uccelli del cielo. Allora risuonò una voce che gli diceva: «Coraggio, Pietro, uccidi e mangia!». Ma Pietro rispose: «Non sia mai, Signore, perché io non ho mai mangiato nulla di profano o di impuro».  E la voce di nuovo a lui: «Ciò che Dio ha purificato, tu non chiamarlo profano». Questo accadde per tre volte; poi d’un tratto quell’oggetto fu risollevato nel cielo» (At 10,9-16).

Successivamente Pietro parlerà in questo modo:

"Voi sapete che a un giudeo non è lecito avere contatti o recarsi da stranieri; ma Dio mi ha mostrato che non si deve chiamare profano o impuro nessun uomo" (Atti 10, 28).

Dalla lettura di questi testi si deduce l'equivalenza tra i cibi impuri ed i pagani. L'ebreo si contaminerebbe sia con gli uni che con gli altri.

Pietro si fa voce e portatore della novità di Dio: come non c'è cibo che contamini, altrettanto, non c'è uomo che contamini altro uomo. In questo modo Dio rompe ogni ostacolo ad ogni relazione umana.

Tuttavia, questo problema doveva essere così forte da indire nel 49-50 d.C. il primo concilio a Gerusalemme per affrontare appunto le tante problematiche insorte in merito alle usanze alimentari:

Il dibattito è così descritto in Atti 15, 4-6:

"Paolo e Barnaba riferirono quali grandi cose Dio aveva compiuto per mezzo loro [ovvero, come detto subito prima, come Dio aveva aperto ai pagani la porta della fede: Atti 14, 27]. Ma si alzarono alcuni della setta dei farisei che erano diventati credenti, affermando: È necessario circonciderli e ordinare loro di osservare la legge di Mosè. Allora si riunirono gli apostoli e gli anziani per esaminare questo problema».

Ma di questo parleremo prossimamente!

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