LA CARNE
NELLA BIBBIA

di Marcella La Guardia


Continua la nostra Catechesi and food.

Abbiamo parlato del cibo dell'Eden, frutta e verdura, e, successivamente, del permesso di Dio, dopo il diluvio universale, di poter mangiare carne.

Dalle quaglie che, insieme alla manna, Dio dona agli Israeliti durante l'Esodo, alle mille prescrizioni riguardanti l'alimentazione, al vitello grasso per festeggiare il ritorno del figliol prodigo: sono innumerevoli nella Bibbia i riferimenti alla carne, intesa come alimento.

E non si tratta di brevi ed irrilevanti accenni!

Con il termine ebraico kosher, che significa conforme alla Legge, quindi alla Bibbia, si indica l’insieme delle regole alimentari a cui si attengono gli ebrei ancora oggi. Per essi di cosa e come nutrirsi è uno dei pilastri fondamentali della relazione tra il credente, la comunità e Dio.

Nel mangiare la carne, la prima regola su cui insiste la Sacra Scrittura, nell'Antico Testamento, è quella di non assumerne anche il sangue. Da qui le particolari tecniche di macellazione per l'eliminazione del sangue e la salatura, bruciatura e cottura delle carni.

La radice di questa prescrizione risiede nella convinzione che nel sangue è la vita (Lv 17, 12-23), dono supremo di Dio e che quindi, in quanto tale, appartiene a Dio, va rispettato e non può essere gestito arbitrariamente dall’uomo ma secondo precise norme. Da qui il versarlo a terra ricoprendolo di polvere o, durante i sacrifici, asperso sull’altare e ai suoi piedi ma mai assunto come alimento.

Accanto a questa prescrizione troviamo quelle riguardanti gli animali puri ed impuri (Dt 14, 3-20).

A questi strani divieti, fin dal Medioevo, si è data una spiegazione legata a problematiche di tipo igienico ma, considerando l'assenza di questi tabù nelle popolazioni limitrofe ad Israele, l'attenzione si è spostata su un'altra e più plausibile motivazione: quella identitaria.

Infatti, essendo gli altri popoli portatori di usanze alimentari legate a credenze in divinità pagane, Israele, al fine di rimarcare l'appartenenza al proprio ed unico Dio, si impegnava a riguardo  distinguendosi con abitudini e rituali propri.

Per esempio, esiste una prescrizione nella Bibbia secondo la quale è vietato cuocere la carne nel latte della madre dell'animale ucciso: «Non farai cuocere un capretto nel latte di sua madre» (Es 23, 19)Ciò spiega l'attenzione degli ebrei ad evitare, addirittura, che finanche i derivati del latte materno possano venire a contatto con la carne del capretto!

Oggi siamo a conoscenza di studi archeologici che hanno consentito la scoperta di antiche usanze presso le aree mesopotamiche di Ras Shamra, ad Ugarit, secondo le quali il cucinare carni di agnelli e vitelli nel latte delle loro madri era rituale relativo ai culti di fertilità.

Possiamo immaginare quale fascino potessero suscitare tali culti anche tra gli Israeliti più osservanti!

Da qui l'importanza dell'alto ed impermeabile muro di prescrizioni che, salvaguardando l’integrità della fede nel Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe, poneva anche quella separazione netta con il resto dell’umanità, separazione che si rendeva necessaria per essere santi come santo è Dio, il totalmente separato da tutto ciò che esiste perché Trascendente:

«Non rendetevi impuri con essi [gli animali impuri] e non diventate, a causa loro, impuri. Perché io sono il Signore, vostro Dio. Santificatevi dunque e siate santi, perché io sono santo... poiché io sono il Signore, che vi ha fatto uscire dalla terra d’Egitto per essere il vostro Dio; siate dunque santi, perché io sono santo» (Lv 11, 44-45).

Con Gesù queste prescrizioni sono superate ed il popolo separato viene ora invitato a rimescolarsi tra le genti perché ogni uomo sia partecipe del grande e mirabile piano di salvezza. Come il più sapiente degli educatori Dio, infatti, accompagna il suo popolo nelle diverse fasi di crescita, verso una maturità piena.

«… la legge è stata il nostro pedagogo per condurci a Cristo, affinché fossimo giustificati per fede» (Gal 3, 24)

Ma, ciò non significa che l’Antico Testamento non sia più valido. E’ proprio in esso che troviamo anticipo del Nuovo Testamento ed importantissimo inizio della Rivelazione divina all’umanità, portata a compimento con Cristo.

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