HA SENSO OGGI 
LA PROPOSTA DEL GREST 
IN ORATORIO?
di
Luca Bertoloni

Ultimamente ogni anno, quando arrivano le prime settimane di giugno, mi pongo la stessa domanda: ha senso oggi, nella seconda decade degli anni Duemila (quest’anno, in particolare, nel 2019), che gli oratori si impegnino così tanto nel GrEst? E, soprattutto, ha senso che un bambino si iscriva al GrEst in un oratorio? 

Ogni anno, puntualmente, ragiono e mi tornano alla mente tanti ricordi, mentre maturo alcune riflessioni. 

La risposta che mi do però è sempre la stessa: sì, ha senso. Eccome se ha senso. Ma non ha senso come qualcosa che è dato, come un assioma, un dogma o una verità rivelata. No. Ha un senso ben preciso a mio parere, che si può spiegare, anzi, si deve spiegare.

La ragione di questa mia perplessità credo sia piuttosto semplice: oggi nella nostra società assistiamo ad un vero e proprio proliferare di forme differenti di centro estivo (il Cus, il Comune, il campo linguistico, il campus all’acquario, grest in lingua straniera, Campus organizzati da scuole, le Piscine che organizzano i loro centri estivi, squadre di calcio, e molto, molto altro), che si differenziano tra loro sostanzialmente per essere ciascuna caratterizzata da un’offerta molto specifica, basata di solito principalmente su un unico aspetto (lo sport, il calcio, il nuoto, il multi-sport, la lingua inglese, la solidarietà, ecc…), a cui si legano ovviamente intenti educativi più generali e generici. 

Queste tante proposte educative potrebbero ridurre il GrEst in oratorio ad unica alternativa per quelle famiglie che non possono permettersi “qualcosa di meglio”. Certo, in gran parte è così. Ma basta? Non credo.

Credo che abbia senso ancora fare il GrEst in un oratorio non solo perché non si ha altra alternativa, ma anche come scelta. Quando si sceglie fra mille alternative, la scelta ha senza dubbio più valore: se ho a disposizione sei gusti di gelato, che valore avrà la mia scelta? Sarà solo condizionata. Se invece ne avrò a disposizione cento, avrà più valore; certo, comporterà anche una responsabilità. Ma sarà una scelta più ricca, più consapevole, più vera.

Dunque, perché ha senso ancora fare e iscriversi al GrEst in un oratorio?

Senza dubbio, non ha senso perché i GrEst offrono un servizio migliore, anche perché la maggior parte delle volte non lo è: gli animatori che si occupano dei bambini in un oratorio sono nella norma ragazzi tra i 14 e i 19 anni che, per quanto preparati e validi dal punto di vista educativo, restano ragazzi o ragazzini che hanno come primo obiettivo quello di staccare da un anno scolastico pesante, e che vedono il GrEst come un’occasione per stare con gli amici (certo, per molti non è solo questo, per fortuna, e questo non deve assolutamente dissuadere gli oratori dal cercare di formare gli animatori, ma di base questo restano e questo sono, anche giustamente direi); i coordinatori pagati spesso sono figure positive, ma non facili da recuperare, e la cui formazione è molto mista: può capitare insomma un po’ di tutto, da quello che non ha mai visto l’oratorio, perfino all’ateo (magari però bravissimo con i bambini), ma anche il cattolico Doc che tratta male i bambini. Da questo punto di vista, c’è senza dubbio un’incertezza su cui sarebbe necessario interrogarsi (non basta pagare per garantire un servizio, senza dubbio; d’altro canto, è anche giusto che un lavoro come quello di coordinamento, se fatto bene e con serietà, venga retribuito). Questo perché credo sia chiaro che la responsabilità dei bambini è un fatto che vada preso molto sul serio; il GrEst in oratorio non è fatto però tuttavia SOLO per i bambini, ma è fatto almeno un po’ “anche” per gli animatori, che vi trovano un momento di svago, a differenza di GrEst gestiti da professionisti (forse meno validi dal punto di vista umano, ma che almeno sono pagati per fare un determinato lavoro).

Il GrEst in oratorio ha senso perché cerca (o almeno, dovrebbe cercare) di dare uno sguardo “altro”.

Uno sguardo che è cristiano, ma anche umano; uno sguardo che è religioso, ma allo stesso tempo anche profondamente laico; uno sguardo in cui c'è un'attenzione all'altro come è proposta nel Vangelo, e non soltanto come è proposta da qualunque altro ente educativo; uno sguardo in cui si fa (o si dovrebbe fare) una proposta di vita forse un po' fuori dal tempo (quella cristiana), ma che può scuotere domande e far provare inquietudine ai ragazzi; uno sguardo fortemente (almeno in teoria) educativo; uno sguardo ricco della nostra cultura, umanistica e cristiana allo stesso tempo.

Il rischio è fare un GrEst confessionale, che forse è un po’ fuori dal tempo anch’esso.

No, io credo che il GrEst dell’oratorio debba essere dichiaratamente cristiano, e fare una proposta che si declini come cristiana, ma da un punto di vista fondamentalmente culturale, in modo tale che possa essere condivisa anche da chi non crede nel nostro Dio. Anzi, credo proprio che sia fondamentale che nella cultura si mantenga una proposta cristiana: Benedetto Croce quando affermava che «non possiamo non definirci cristiani» non accennava ad una confessione religiosa né tantomeno ad una fede, ma ad una cultura profonda che è radicata nel nostro paese (e in tutto l’Occidente, e forse non solo), di cui forse è bene riscoprire le tracce, perché possono essere una bussola nel mondo di oggi. Soprattutto per i ragazzi, che hanno bisogno (come tutti gli uomini) di respirare l’infinito, che hanno sete di Eterno, e ancora di più che hanno bisogno di scuotersi con domande che li mettono direttamente in gioco. Allora, dalla proposta culturale si possono diradare domande, che possono portare alla fede: alla fede si arriva solo dall’inquietudine, dal turbamento e dall’incontro (da Mosè a Simon Pietro, la Bibbia e il Vangelo sono pieni di incontri con Dio che generano inquietudine).

In questi termini, credo sia molto bello il tema del Grest di quest’anno, “Bella storia”. Sono tante le “storie” che si possono scrivere, nel GrEst e nella vita.

C’è la GRANDE STORIA: ognuno di noi ha il compito di trovare il posto in questa Grande Storia; c’è chi avrà un posto di primo piano, e chi invece avrà un posto presto dimenticato dai libri, o magari neanche mai considerato, ma trovarvi un posto è fondamentale, ed è fondamentale che lo facciano soprattutto i bambini, i ragazzi e i giovani più che gli altri.

Poi c’è la PICCOLA STORIA: non basta trovare il posto in questa, ma ognuno di noi questa la deve scrivere; storia molto difficile da scrivere questa, perché è fatta di cadute, di passi falsi, di cancellazioni, di ripensamenti, di pagine che si vorrebbero saltare ma che si è costretti a leggere o a scrivere, e soprattutto è una storia piena di incertezze, di salti, di paure. Ma è bellissima, e si chiama vita.

Poi c’è Dio: noi cristiani crediamo che Dio scriva sia la grande storia che la piccola storia (che poi tanto piccola non è); ma, nonostante Lui la scriva, e nonostante Lui sappia già come si svilupperà e come andrà a finire, fa scegliere a noi come scriverla (almeno una buona parte): è il meraviglioso paradosso cristiano della vita e della libertà, di cui hanno scritto e parlato in tanti. Una storia in cui non siamo soli: con noi c’è Dio, e c’è l’Altro, quell’altro che nel GrEst cristiano è al centro più che mai (almeno in teoria) e che è più importante di tutto il resto.

Mi auguro che questo GrEst sia una bella storia per tutti voi.

Io porto nel cuore le storie che ho sentito nei tanti GrEst con cui ho avuto la fortuna di collaborare in tanti anni, in particolare il GrEst di Borgarello, che ho coordinato per quattro anni, e con cui ho collaborato per ameno altri due anni: di questo GrEst ricordo le storie di bambini, di animatori, di adulti, di persone, di momenti belli e di altri meno belli. È una Storia che fa parte anche della mia Storia, e che non dimenticherò mai perché la Storia è fatta non per essere dimenticata, ma per essere vissuta: niente si perde nella vita, «il passato è sale/si scioglie per dare sapore al futuro» (Claudio Baglioni), quindi fa sempre parte del futuro.

Che questo GrEst sia una Bella Storia per ciascuno di voi, bambini, ragazzi e adulti; che ognuno di voi sappia scrivere una Bella Storia con la sua vita, e che sappia cercare il suo posto nella grande Bella Storia del mondo.

Buon Grest a tutti!




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