LA CARNE
Considerazioni attuali...
di
Eleonora Quaranta
Naturopata Nutrizionista
Nulla a che vedere con l’abuso degli anni della ripresa economica (‘50-‘70); in cui la sua presenza costante era giustificata dall’esigenza di supplire alle carenze nutrizionali post belliche; poi via via, trasformata, in un segnale di “distinzione sociale”, benessere ed agiatezza economica.
Queste ultime attribuzioni, che hanno privato la carne del suo significato originario, sono state successivamente abbandonate e dagli anni ‘90 in poi abbiamo assistito ad una trasformazione lenta, di pensiero.
A questa nuova evoluzione hanno contribuito la ricerca scientifica e gli studi sulle abitudini alimentari di intere popolazioni, che ne hanno evidenziato gli effetti… collaterali.
Nel 2005, il premio Nobel Renato Dulbecco, rende pubblici gli studi sulla correlazione tra la maggior parte delle patologie cardiocircolatorie, l’arteriosclerosi e l’infarto, e l’aumento del consumo di grassi animali e carni rosse.
Evidenti fattori di rischio anche nell’insorgenza della gotta e del diabete.
Ad oggi l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), fornisce indicazioni precise sulla base di questi e di studi ancora più recenti:
- tale consumo deve essere limitato a due volte alla settimana.
E sempre l’OMS specifica ulteriormente di
- limitare oltremodo o evitare, il consumo di carni precotte ed insaccati/affettati, per la loro concentrazione in sostanze dalle riconosciute potenzialità cancerogene: dall’ E-249 all’ E-252 (quest’ultimo, nitrato di potassio, si usa per la fabbricazione della dinamite… E’ il salnitro!) ai nitriti di sodio e di potassio, che mantengono il colore rosso delle carni e rallentano le proliferazioni batteriche.
“Dunque alla domanda: Se mangiassi carni precotte, insaccati o affettati ogni giorno andrei incontro al cancro? La risposta sarebbe: Si! Perché anche se non predisposta geneticamente, probabilmente starei dando alle cellule tumorali un bell’aiuto a crescere numerose!!!”
Perché porre l’attenzione proprio sulla crescita delle cellule tumorali?
- Perché recentissimi studi, hanno evidenziato che l’ormone della crescita (GF), attivo fino ai 20 anni circa, per promuovere lo sviluppo della massa corporea, in un adulto (già cresciuto!!!), che debba solo conservarla e mantenerla in forma, crea i presupposti per lo sviluppo di cellule oncogene.
Alla nostra età… (over 25!!!) e sempre più con il passare del tempo, l’eccesso di carni ed in generale di proteine di origine animale, stimola oltre misura l’attività del GF.
Con conseguente alterazione della fase di replicazione cellulare.
Le nuove cellule prodotte definite “atipiche”, conterranno un numero elevato di errori di trascrizione delle informazioni relative al loro patrimonio genetico e si comporteranno in modo altrettanto “atipico” riproducendosi velocemente.
Dunque, come comportarsi?
- Non eccedere nella quantità della porzione:
- Non eccedere nella frequenza del suo consumo:
- Leggere le etichette:
Chiediamoci:
Come fa un salame ad essere pronto 15 gg dopo la stagionatura della carne? Iniettandovi dentro un attivatore batterico, che favorisce il proliferare di germi annidati nelle fibre proteiche, simulando l’effetto di una lunga stagionatura.
Quindi…
Cercate un fornitore di fiducia; se non possibile, scegliete prodotti bio o che abbiano etichettatura come sopra descritto.
Prediligete le proteine di origine vegetale;
Quelle contenute in legumi e semi oleaginosi, sono protettive per l’apparato cardiocircolatorio perché ipocolesterolemizzanti ed ipoglicemizzanti; inoltre contengono calcio, ottimo alleato per lo sviluppo, ma anche per il mantenimento della trama dell’osso.
Quelle contenute in legumi e semi oleaginosi, sono protettive per l’apparato cardiocircolatorio perché ipocolesterolemizzanti ed ipoglicemizzanti; inoltre contengono calcio, ottimo alleato per lo sviluppo, ma anche per il mantenimento della trama dell’osso.
Sostituite o alternate la carne al pesce… anche surgelato.
Ma di questo parleremo più avanti...
E per ritornare alle origini..
Orazio nelle sue “ODI” recitava : "Ne quid, nimis"
Ovvero:
"Di tutto un po’"
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