LA MANNA nella BIBBIA...

di 
Lory Mas e Marcella La Guardia

Oggi ci mettiamo a tavola con Mosè per indagare e riflettere, sul cibo più misterioso della Sacra Scrittura: la manna. Leggiamo con attenzione e proviamo a immaginare come le parole della Bibbia, a riguardo, ci possano trasportare indietro nel tempo, quasi in modo da poter ascoltare direttamente il profeta mentre parla al suo popolo:


"[…] evaporato lo strato di rugiada, apparì sulla superficie del deserto qualcosa di minuto, di granuloso, fine come brina gelata in terra. A tal vista i figli d'Israele si chiesero l'un l'altro: «Che cos'è questo?» perché non sapevano che cosa fosse. [Ed io dissi] loro: «Questo è il pane che il Signore vi ha dato per cibo. Ecco ciò che ha prescritto in proposito il Signore: ne raccolga ognuno secondo le proprie necessità, un omer a testa, altrettanto ciascuno secondo il numero delle persone coabitanti nella tenda stessa così ne prenderete». Così fecero i figli di Israele e ne raccolsero chi più chi meno. Misurarono poi il recipiente del contenuto di un omer; ora colui che ne aveva molto non ne ebbe in superfluo e colui che ne aveva raccolto in quantità minima non ne ebbe in penuria; ciascuno insomma aveva raccolto in proporzione delle proprie necessità" (Es 16,14-18).


Ma cosa era quindi la manna?

La MANNA rappresentava IL CIBO DELLA PURA SOPRAVVIVENZA. Grazie ad Essa il popolo d'Israele ha potuto sopportare i quarant'anni d'esilio nel deserto (fuggendo così dalla schiavitù alla quale era soggetto in Egitto), riuscendo a tornare nella propria terra natia.


La MANNA, che avrebbe potuto nascere dalla terra, provenendo dal cielo SPINGEVA ISRAELE AD ALZARE LO SGUARDO VERSO L'ALTO, lo spronava a staccarsi da una terra che non era in grado di offrire un sostegno vitale all'uomo, si da assumere quell'atteggiamento posturale, eretto e fiero, proprio di chi sa di essere il popolo eletto del Signore.


La MANNA era il segno DELL'ESISTENZA e della PRESENZA DI DIO. Queste si rendono manifeste al popolo, attraverso la provvidenza, con cui il Signore soccorre l'uomo nel bisogno, e la fedeltà che sorpassando ogni ingratitudine umana, è impegno continuativo, tenero ed amorevole, a sostegno del creato intero.


La MANNA, inoltre, era anche INVITO ALLA SOBRIETÀ, alla misura, al saper prendere solo ciò che bastava quotidianamente e non il superfluo, non "il di più".

E come ammonimento per un giusto agire, "il di più" che qualora gli Israeliti potessero aver preso, si riempiva di vermi e si deteriorava. Il venerdì però veniva concesso di prendere una porzione in più anche per il sabato (deputato al riposo), essendo questo il giorno in cui il Signore non donava la manna. Solo in tale situazione il cibo rimaneva inalterato.


La MANNA che scendeva dal cielo, era sia un fenomeno bello da vedere, sia un cibo gustoso da mangiare. Dio così soddisfaceva IL BISOGNO DEL BELLO E DEL BUONO INSITO NELL'UOMO! Avvalorava l'importanza del piacere rilevato dai sensi: dal tatto, dalla vista, dal gusto... anche in una situazione di privazioni, sofferenza e difficoltà in cui il piacere poteva sembrare inutile e superfluo alla sopravvivenza.


Ancora oggi Dio invia la manna al suo popolo attraverso Gesù. GESÙ INFATTI È LA MANNA che ci viene dal cielo. Attraverso l'Eucarestia quotidianamente si dona a chi l'accoglie recando conforto e sostegno.


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